“Sono grato a Carlo Mele per ciò che fa fatto e per aver condotto la nostro Delegazione, in questi anni non semplici, con stile paterno” con queste parole don Carmine Schiavone, nuovo delegato scelto dai Vescovi campani, ha iniziato il nuovo mandato. Il mio desiderio è – continua don Carmine – impostare le coordinate del cammino della Delegazione sulle tre parole Comunione, Partecipazione e Missione che don Marco Pagniello, direttore della Caritas Italiana, nel recente incontro con la nostra Delegazione ha voluto donarci. Nell’ottica della continuità venerdì 25 marzo, la nostra Delegazione si è riunita per scegliere le nuove deleghe, e ha nominato:
- Segretario della Delegazione, Raffaele Cerciello, vicedirettore della Caritas diocesana di Nola;
- Identità Caritas in ambito diocesano e parrocchiale, don Arcangelo Iovino, direttore della Caritas diocesana di Nola ;
- Promozione Mondialità, don Osvaldo Morelli, direttore della Caritas diocesana di Sessa Aurunca;
- Servizio Civile Universale, don Francesco Della Monica, direttore della Caritas diocesana di Amalfi – Cava dei Tirreni;
- Immigrazione, don Martino De Pasquale, direttore della Caritas diocesana di Teggiano – Policastro.
Affidiamo alla misericordia del Signore il lavoro della nuova Delegazione e quello di tutte le Caritas diocesane.
Sono 5,255 milioni i cittadini stranieri regolarmente residenti in Italia, cioè l’8,7% della popolazione totale. È il dato sintetico contenuto nel XXVIII Rapporto Immigrazione presentato da Caritas e Migrantes all’Oratorio del Caravita di Roma, dove proprio in questi giorni si sta concludendo la mostra Exodus, 16 grandi tele del pittore bosniaco Safet Zec sul dramma dei profughi.
«Si tratta di oltre 5 milioni di persone che vivono e lavorano accanto a noi, non si tratta solo di migranti ma della società italiana», ha detto Simone Varisco di Migrantes, che ha curato il Rapporto. «Esiste il rischio di focalizzare l’attenzione sul problema dei profughi, che sono solo una parte del fenomeno. Un fenomeno che non è certo quel fiume in piena che si è cercato di descrivere: ad esempio l’incidenza degli alunni con cittadinanza straniera (841 mila nell’anno scolastico 2017-18 dei quali il 63,8% nati in Italia e il 9,7% dell’intera popolazione scolastica) è fermo fra il 9 e il 10% del totale da circa un decennio», ha aggiunto. Varisco ha anche spiegato che i 65.444 bambini nati in Italia nel 2018 da genitori stranieri rappresentano il 14,9% delle nascite e sono stati il 3,7% in meno rispetto al 2017. In regresso anche le acquisizioni di cittadinanza: 112.523 nel 2018, meno 23,2% rispetto al 2017, dati che rischiano di incidere negativamente sulla decrescita generale del Paese.
«Dobbiamo rammendare il tessuto sociale dell’Italia: non si tratta solo di immigrati, ma del perpetuarsi della divisione tra “noi” e “loro”, tra italiani e stranieri, tra i “nostri” problemi e i “loro” problemi, tra i “nostri” sogni e i “loro” sogni. Dobbiamo togliere spazi d’ombra e aprire spazi di luce nei quali possa affermarsi una cultura nuova», ha commentato il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana. «I pericoli non si esauriscono nella tratta degli esseri umani o nella spesso tragica traversata del Mediterraneo, ma dobbiamo tornare a quello che ci ha detto il Papa Francesco lo scorso anno: accogliere, proteggere, promuovere, integrare», ha aggiunto il presidente della Cei.
A proposito del Papa, il Rapporto segnala una particolarità tutta italiana: nei social media un hater su tre si scatena contro lo “straniero”, ma c’è un particolare «rapporto critico – a tratti violento – di una parte degli utenti italiani di Twitter con il Pontefice, in una mescolanza di biasimo sociale, politico e religioso, soprattutto in tema di immigranti, tale da configurarsi come caso unico a livello mondiale».
Qui il Rapporto